La partenza della Tre Valli Varesine da Saronno – giunta ormai al suo quarto anno consecutivo – sembra essere diventato un appuntamento fisso per i saronnesi, che però fino ad ora non hanno mai dimostrato di viverla con particolare passione. La ragione si potrebbe forse trovare nel suo esordio poco o per nulla condiviso con la città e per il disagio che crea ai cittadini ed alle attività produttive, bloccando l’intera viabilità per una mattina di un giorno lavorativo infrasettimanale.
Forse non tutti i cittadini sono però a conoscenza del fatto che la partenza delle Tre Valli da Saronno abbia anche un costo per le cassi comunali: solo considerando l’ultimo triennio concordato, il Comune infatti paga alla Società Ciclistica Alfredo Binda (organizzatrice dell’evento) una quota annua, che è stata di € 15.000 nel 2018, altri € 15.000 nel 2019 , che diventeranno €20.000 nel 2020, quando si celebrerà la gara del centenario.
Inoltre il Comune mette gratuitamente a disposizione della società le aree e le attrezzature necessarie per l’area della partenza e per un quartiere tappa consono al livello della gara (che fa parte del calendario dei Mondiali di ciclismo), si impegna a non applicare nessun tipo di imposta comunale per occupazione suolo pubblico, pubblicità ecc e a garantire gratuitamente tutto il necessario supporto della Polizia Municipale e degli uffici comunali coinvolti nell’ organizzazione dell’ evento.
Il costo finale della gestione diventa quindi ben superiore ai 50.000 euro effettivamente pagati per ospitare la gara. Oltre a quanto sopra, nella Delibera di Giunta n°112 del 26/06/2018 si legge: “La proposta contribuisce a dare visibilità alla città ed alla sua vocazione sportiva”. Ma è proprio così? Fino ad ora non sono stati resi noti dei dati che rendano conto di quale sia l’effettivo ritorno economico e d’immagine per la città. Quali attività ne beneficiano – a parte i due o tre grandi hotel che ospitano le squadre – dato anche che alcune piccole attività del centro città si sono pubblicamente lamentate di non aver potuto lavorare nella mattina della partenza?
La questione concerne l’efficacia dell’attività spesata con le già ristrette finanze cittadine. Quali riscontri ufficiali ha avuto l’Amministrazione per poter affermare che Saronno abbia un effettivo ritorno anche economico dalla manifestazione? Per ora non si può dire che il bilancio finale sia quello di un evento sportivo amato e partecipato dalla città. Entro le ore 12.00 i ciclisti partono, i vigili riaprono le strade, i saronnesi tornano alle attività quotidiane, tutto si svuota in un lampo.
PARTENZA DA SARONNO DELLA TRE VALLI VARESINE: QUALE IL BILANCIO DOPO 4 ANNI?
La partenza della Tre Valli Varesine da Saronno – giunta ormai al suo quarto anno consecutivo – sembra essere diventato un appuntamento fisso per i saronnesi, che però fino ad ora non hanno mai dimostrato di viverla con particolare passione. La ragione si potrebbe forse trovare nel suo esordio poco o per nulla condiviso con la città e per il disagio che crea ai cittadini ed alle attività produttive, bloccando l’intera viabilità per una mattina di un giorno lavorativo infrasettimanale.
Forse non tutti i cittadini sono però a conoscenza del fatto che la partenza delle Tre Valli da Saronno abbia anche un costo per le cassi comunali: solo considerando l’ultimo triennio concordato, il Comune infatti paga alla Società Ciclistica Alfredo Binda (organizzatrice dell’evento) una quota annua, che è stata di € 15.000 nel 2018, altri € 15.000 nel 2019 , che diventeranno €20.000 nel 2020, quando si celebrerà la gara del centenario.
Inoltre il Comune mette gratuitamente a disposizione della società le aree e le attrezzature necessarie per l’area della partenza e per un quartiere tappa consono al livello della gara (che fa parte del calendario dei Mondiali di ciclismo), si impegna a non applicare nessun tipo di imposta comunale per occupazione suolo pubblico, pubblicità ecc e a garantire gratuitamente tutto il necessario supporto della Polizia Municipale e degli uffici comunali coinvolti nell’ organizzazione dell’ evento.
Il costo finale della gestione diventa quindi ben superiore ai 50.000 euro effettivamente pagati per ospitare la gara. Oltre a quanto sopra, nella Delibera di Giunta n°112 del 26/06/2018 si legge: “La proposta contribuisce a dare visibilità alla città ed alla sua vocazione sportiva”. Ma è proprio così? Fino ad ora non sono stati resi noti dei dati che rendano conto di quale sia l’effettivo ritorno economico e d’immagine per la città. Quali attività ne beneficiano – a parte i due o tre grandi hotel che ospitano le squadre – dato anche che alcune piccole attività del centro città si sono pubblicamente lamentate di non aver potuto lavorare nella mattina della partenza?
La questione concerne l’efficacia dell’attività spesata con le già ristrette finanze cittadine. Quali riscontri ufficiali ha avuto l’Amministrazione per poter affermare che Saronno abbia un effettivo ritorno anche economico dalla manifestazione? Per ora non si può dire che il bilancio finale sia quello di un evento sportivo amato e partecipato dalla città.
Entro le ore 12.00 i ciclisti partono, i vigili riaprono le strade, i saronnesi tornano alle attività quotidiane, tutto si svuota in un lampo.
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